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Redrim – Dove l’innovazione si fa umana. E la cooperazione diventa orizzonte.

Torino, Corso Francia. Una strada che taglia la città e che, tra uffici, palazzi e vetrine, nasconde luoghi inattesi. Uno di questi è Redrim. Quando arrivi non trovi insegne luminose o frasi fatte. Trovi personeSorrisi. Uno spazio che ti accoglie con semplicità ma anche con un’energia particolare, come se ogni angolo fosse stato pensato per far fiorire idee.

È qui che incontro Roberto VoglioloPresidenteinnovation designer, ma prima di tutto una persona che ha scelto la cooperazione non per convenienza, ma per vocazione. Roberto non si nasconde dietro tecnicismi. Ti guarda negli occhi, ascolta davvero e poi ti parla come si parla tra chi crede ancora che il cambiamento sia possibile.

Redrim nasce nel 2015, ma la sua storia comincia prima. Nasce dall’idea che le competenze, quando si mettono in relazione tra loro e con le persone, possano generare qualcosa di straordinario. Non è un’agenzia, non è un’azienda classica. È un laboratorio umano. Una fucina di possibilità dove architettidesignereducatoriconsulenticoach e creativi si incontrano per accompagnare impresecooperative e organizzazioni in percorsi di trasformazione profonda.

Non vendono soluzioni, coltivano processi. Accompagnano senza invadere. Facilitano senza imporre. Qui la tecnologia è un mezzo, non un fine. L’innovazione non serve a stupire, ma a includere. E le parole come design thinkingTheory Upartecipazionesostenibilità, non sono slogan, ma strumenti di lavoro quotidiano.

Durante la mia visita, Roberto mi racconta di cooperative che hanno trovato la forza di fondersi per diventare più forti, di dirigenti che hanno imparato a mettersi in discussione, di ragazzi che, in un laboratorio esperienziale, hanno scoperto che il futuro non è un destino ma una costruzione collettiva.

Ogni storia è un tassello di qualcosa di più grande. Perché in fondo Redrim è un ponte. Un ponte tra il sapere e il sentire, tra la tecnica e l’empatia, tra il fare impresa e il generare valore per la comunità. La cooperazione qui non è una forma giuridica, è una postura, una grammatica relazionale, una direzione interiore.

Mi colpisce una frase semplice di Roberto: “Non esiste innovazione se non è inclusiva. Non esiste cambiamento se non passa dal confronto e dall’ascolto.” E io penso che in un tempo in cui tutto corre, scegliere di camminare insieme agli altri è un atto rivoluzionario.

Quando esco da Redrim porto via molto più di qualche appunto. Porto sguardivoci, odore di caffèpost-it colorati, parole dette sottovoce, ma che ti restano dentro. Porto la certezza che esistono luoghi dove il lavoro non è alienazione ma relazione, dove il futuro non si subisce ma si costruisce, un gesto alla volta.

Redrim è uno di quei luoghi. Roberto è una di quelle persone che ogni giorno sposta un po’ più in là l’orizzonte possibile. E questo viaggio me lo ricorderò. Perché mi ha ricordato che innovare non vuol dire complicare, ma semplificare l’accesso alla dignità. Che cooperare non è solo una scelta professionale, è una scelta di campo.

E che ci sono ancora posti dove, se entri con curiosità e rispetto, puoi trovare ispirazionealleanzacoraggio.
Grazie Redrim.
Grazie Roberto.
Perché se è vero che il futuro è tutto da scrivere, voi ci state già provando. Insieme. A modo vostro. E con uno stile che lascia il segno.

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