Nel corso dell’ultimo decennio, un fenomeno ha iniziato a farsi spazio tra i trend migratori italiani: il ritorno. Sempre più connazionali, dopo anni vissuti all’estero, stanno scegliendo di rientrare in Italia. Non si tratta solo di un’inversione di rotta, ma di un segnale importante, carico di implicazioni sociali, economiche e culturali per il nostro Paese.
Secondo i dati più recenti del Rapporto sugli Italiani nel Mondo 2024 (RIM), nel 2013 i rientri erano circa 28.000. Nel 2022 hanno superato quota 75.000: in dieci anni, sono quasi triplicati. Un dato che racconta una tendenza in crescita, spesso ignorata dal dibattito pubblico ma fondamentale per comprendere le dinamiche del presente.
Non è solo la nostalgia a spingere le persone a tornare. Sono scelte ponderate, dettate da nuove possibilità e prospettive. Molti rientrano per costruire una vita più sostenibile, per sfruttare l’opportunità di lavorare da remoto o per contribuire attivamente allo sviluppo dei propri territori d’origine. Il ritorno, quindi, non è una resa, ma una nuova partenza.
Un altro luogo comune da sfatare è che a rientrare siano soltanto i giovani. I dati raccontano una realtà diversa: il 30% dei rimpatriati ha tra i 35 e i 49 anni, mentre il 17% ha più di 50 anni. Si tratta, spesso, di persone che tornano dopo oltre dieci anni vissuti all’estero, portando con sé un bagaglio di competenze, esperienze e visioni che possono rappresentare un valore enorme per il nostro sistema Paese.
Colpisce, inoltre, il dato sulla destinazione geografica dei rientri: il 52,2% di chi torna sceglie di stabilirsi nel Centro-Sud. Una percentuale che segnala con chiarezza la voglia di ripartenza proprio in quei territori da cui, storicamente, si è partiti. E che oggi possono diventare laboratori di innovazione, inclusione e cooperazione.
Un segnale ulteriore arriva da quanto riportato da Il Sole 24 Ore il 28 marzo 2025: in Basilicata le cooperative sono cresciute del 38% rispetto al 2023. Nonostante un calo del numero complessivo di cooperative attive, questa crescita relativa evidenzia un dinamismo nuovo, alimentato proprio da chi sceglie di rientrare e investire nei territori del Sud. Il 52,4% delle cooperative italiane si concentra oggi nel Mezzogiorno: un dato che riflette un’energia generativa, un desiderio di partecipazione, e una forza espansiva che sempre più spesso trova nel ritorno il suo punto di partenza.
In un tempo segnato da crisi e incertezze, queste storie di ritorno ci parlano di speranza, di coraggio e di scelte consapevoli. Parlano anche a noi, che costruiamo percorsi di cooperazione e sviluppo a partire dai territori. Perché ogni ritorno non è solo un dato statistico, ma un’opportunità concreta per immaginare un’Italia più coesa, dinamica e generativa.
Il progetto “Il mio viaggio nella cooperazione” nasce anche per questo: per raccontare, sostenere e valorizzare i percorsi di chi sceglie di tornare e investire nel proprio Paese. Di chi trasforma il ritorno in una scelta di futuro.