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Dal retrobottega al Parlamento: le coop entrano nella legge

Nel 1886 succede qualcosa di importante. Le cooperative, fino ad allora viste come esperimenti sociali un po’ di nicchia, cominciano a diventare qualcosa di più: vengono riconosciute dalla legge.

Siamo in un’Italia giovane, appena unificata, ancora povera e rurale. Le fabbriche crescono, ma la vita è dura. Così, nei paesi e nei quartieri, piccoli gruppi di artigiani, braccianti, minatori decidono di unirsi per aiutarsi a vicenda. Nascono le prime società di mutuo soccorso. Nessuno le chiama ancora “cooperative”, ma il concetto è già lì: lavorare insieme per proteggersi dal bisogno.

Il governo di Agostino Depretis, nel clima della “Sinistra storica”, approva la Legge 15 aprile 1886, n. 3818Costituzione legale delle società di mutuo soccorso. È un segnale forte. Lo Stato comincia a prendere sul serio questi gruppi di cittadini organizzati.

Cosa dice la legge?

  • All’art. 1, riconosce la possibilità per le società operaie di ottenere personalità giuridica se aiutano i soci in caso di malattia, vecchiaia, invalidità, o se sostengono le famiglie dei soci defunti.
  • L’art. 3 regola come si costituiscono, come funzionano e come si sciolgono queste società.
  • L’art. 8 specifica cosa succede ai beni delle società in caso di scioglimento.

Ma soprattutto, afferma un principio semplice e rivoluzionario: queste società non sono imprese qualsiasi. Non fanno profitti per pochi. Sono organizzazioni senza scopo di lucro, con obiettivi mutualistici e di interesse generale. È la prima volta che la legge italiana riconosce un’economia che non mette il profitto al centro.

Certo, non si parla ancora esplicitamente di cooperative. Ma il seme è piantato.

Questa norma è una porta che si apre. Finalmente, lo Stato comincia a vedere il valore dell’organizzazione dal basso. Non è ancora una vera e propria legge per le cooperative, ma è la premessa indispensabile.

La vera svolta arriverà nel 1947, con la Legge Basevi (Decreto legislativo n. 1577). Qui, finalmente, si definiscono i principi cardine della cooperazione: mutualità, democrazia, partecipazione. Una sorta di “Costituzione” del movimento cooperativo, in un percorso che arriva fino all’articolo 45 della Costituzione italiana e che ancora oggi prosegue a piccoli ma importanti passi, in puro stile cooperativo.

Ma tutto inizia nel 1886. In sordina, magari. Ma da quel momento, le cooperative cominciano a uscire dallo scantinato e a camminare, fianco a fianco con lo Stato, dentro la storia.

Raccontiamo la tua cooperativa?

E adesso, caro lettore, se hai una cooperativa o conosci storie cooperative degne del prossimo blockbuster, raccontacela. Il mio viaggio nella cooperazione è qui per scoprire e diffondere le tue avventure cooperative: scrivici e viaggia con noi!

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